Il sindaco iscrive all’anagrafe un rifugiato. Arriva dal Senegal e vive da tempo al CAS del Dojrone

Da oggi Rivalta ha un cittadino in più. Ousseynou Fall, migrante senegalese di 40 anni, ha ottenuto l’iscrizione all’anagrafe comunale e presto avrà anche un documento italiano d’identità. L’iscrizione è stata chiesta per motivi lavorativi dalla cooperativa Le Soleil di Verrès, che ha in gestione il Centro di Accoglienza Straordinaria del Dojrone dove Ousseynou è domiciliato.

Ousseynou Fall, come attestato dalla Questura di Torino, ha formalizzato l’istanza di riconoscimento della protezione internazionale ed è in possesso del permesso di soggiorno provvisorio nel nostro Paese. Ora, grazie al rilascio della carta d’identità potrà lavorare regolarmente come magazziniere in una ditta di Torino.

L’iscrizione all’anagrafe è stata registrata personalmente dal sindaco Nicola de Ruggiero: «ben conoscendo le disposizioni contenute nel Decreto Sicurezza ho deciso di procedere personalmente alla registrazione di Ousseynou Fall – ha detto de Ruggieroper tutelare gli uffici e i dipendenti comunali e garantire al cittadino un diritto».

Consapevole di non rispettare le disposizioni dettate dal Decreto Sicurezza, il Sindaco ha inviato l’atto di iscrizione all’attenzione del signor Prefetto di Torino perché possa assumere i provvedimenti opportuni. La registrazione permetterà ora a Ousseynou Fall di non perdere diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione come il diritto alla salute, al lavoro e alla casa.

Il gesto del sindaco Nicola de Ruggiero fa seguito alla decisione delle amministrazioni di Piossasco e Rivalta di accogliere l’appello lanciato un mese fa dal Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, che ha fortemente criticato il Decreto Salvini invitando i Comuni a un atto di disobbedienza civile.

«Mi auguro che questo mio gesto non sia isolato e che anche altri primi cittadini in Italia accolgano le istanze di iscrizione all’anagrafe di migranti e richiedenti asilo – ha aggiunto ancora de Ruggiero – in modo che si possa portare il problema all’attenzione del nuovo governo, perché l’esecutivo ponga presto rimedio a una situazione potenzialmente lesiva e discriminatoria».

Nella struttura del CAS del Dojrone risultano domiciliate una quarantina di persone, alcune da ormai tre anni. Pur trattandosi di una sistemazione non definitiva e transitoria, il Centro di Accoglienza, con le sue attività lavorative e sociali, rappresenta una valida alternativa alla vita di strada. Troppo spesso, infatti, sono proprio i soggetti deboli e emarginati a essere reclutati in attività illecite e criminose.

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