Buone letture per le prime calde giornate all’aperto. Dalle nostre biblioteche consigli e recensioni per il mese di aprile

Famiglia, origini, legami, sono questi i temi che come un fil rouge uniscono i libri che vi consigliamo questo mese. Da una toccante analisi (a fumetti!) del rapporto madre figlia, agli interrogativi sul legame con una patria che, dopo la guerra, non esiste più. Da una coloratissima saga familiare africana, a un ragazzo alla ricerca delle proprie radici.

Gli autori che abbiamo scelto ci invitano a riflettere sul valore delle nostre origini e allo stesso tempo a capire che la famiglia è anche una scelta e che, al di là dei legami di sangue, la vita ci offre sempre l’opportunità di creare nuove connessioni con chi condividerà parte del nostro percorso.

Buona lettura!

L’ISTANTE LARGO di Sara fruner, Bollati Boringhieri, 2020 – 288 pagine

Con una scrittura limpida e poetica, Sara Fruner ci offre una riflessione insieme intensa e lieve sull’imprevedibilità dei legami che ci forgiano. E se gli amori sono rimasti incompiuti, se sono terminati troppo presto, ogni legame spezzato del nostro passato può avere una seconda, inattesa chance, che ci sorprende

Macondo, quindici anni, quoziente intellettivo da capogiro, lettore vorace con il mito di Sherlock Holmes e Martin Mystère, una passione inconfessata per la Bea, vuole scoprire che cosa c’è davvero nel suo passato. È una zona buia troppo grande per ignorarla, ma l’amatissima nonna, l’anticonformista artista cilena Roçío Sánchez, che pur conosce ogni verità, è determinata a rivelargliela solo dopo il traguardo dei diciotto anni: nel frattempo custodisce ciò che c’è da custodire dentro una scatola inaccessibile, lassù, sull’ultimo scaffale del suo studio. Animo da detective, e scatola fuori portata, Macondo comincia un’indagine personale, raccogliendo indizi e aneddoti che carpisce dalla tribù di amici di Roçío spesso radunati a casa loro, e dai foglietti che la nonna gli scrive strappandoli da un blocchetto che porta sempre appeso al collo: un intervento alla gola le ha portato via la voce e lei rimedia così, matita alla mano. Macondo scoprirà presto di portare inscritto nel nome ben più del senso di solitudine ispirato dal paese inventato da Gabriel García Márquez: nel suo nome è racchiusa tutta la sua storia. La sua ricerca d’identità diventa allora un cammino sia verso se stesso, sia verso chi lo ha amato, un percorso che lo conduce fino all’Istante largo, soggetto di un quadro della nonna, ma soprattutto epifania di un momento che apre le porte della consapevolezza: la famiglia non è necessariamente una struttura costruita a priori, ma può assumere le forme più diverse, spuntare in situazioni in cui i legami di sangue non ricoprono alcun ruolo, diventare uno spazio immenso per chi ama.

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LA GABBIA di Silvia Ziche, Feltrinelli, 2022 – 144 pagine

Una storia personale e universale che unisce dramma e commedia, con una profonda e toccante analisi delle relazioni fra madre e figlia

A soffrire si impara e l’infelicità è un’arte che si apprende fin da piccole, grazie all’insegnamento di chi ci ha precedute. Antenate, nonne, zie, prozie si snodano in una processione che arriva da lontano, ognuna con il proprio fardello, fino a chi ci è più vicino: la madre. Una madre svalutante e glaciale per Serena, protagonista di questa storia ispirata al vissuto dell’autrice. Alla ricerca di una forma di salvezza, Serena recide i legami con la famiglia, il passato, gli amici, il paese dell’infanzia pieno di ricordi. Fino a quando quella madre terribile muore e la figlia dopo una lunga assenza ritorna. Senza perdere l’ironia e l’acume tipici del suo stile, Silvia Ziche si misura con il suo primo libro fuori dai confini dell’umorismo, condividendo una storia privata eppure capace di parlare a quella parte indifesa, nascosta in molte e molti di noi. Una storia personale e universale che unisce dramma e commedia, con una profonda e toccante analisi delle relazioni fra madre e figlia.

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LA FIGLIA IDEALE di Almudena Grandes, Ugo Guanda, 2020 – 560 pagine

Gli anni Cinquanta in Spagna furono anni ingrati, in cui tutto era peccato e peccare era reato: una realtà cupa, asfissiante, su cui Almudena Grandes apre uno squarcio, raccontando la storia di un uomo e di una donna che hanno avuto il coraggio di opporsi alla dittatura – anche dei sentimenti – che strangolava il paese

Nel 1954 Germán Velazquez Martín decide di tornare a casa. Aveva lasciato la ­Spagna un attimo prima della caduta della Repubblica grazie all’aiuto del padre, illustre psichiatra perseguitato dai franchisti. Negli anni dell’esilio in Svizzera, Germán si è laureato e in seguito ha condotto una importante sperimentazione su un nuovo farmaco. Per questo gli hanno offerto un posto nel manicomio femminile di Ciempo­zuelos, vicino a ­Madrid, dove ritrova Aurora Rodríguez Carballeira, che era stata la più enigmatica tra le pazienti di suo padre. Colta e intelligentissima, Aurora era affetta da una grave forma di paranoia che ­l’aveva condotta a compiere il più atroce dei gesti. Condannata per l’omicidio della figlia ­Hildegart, Aurora vive da anni in uno stato di apatia, interrotto solo per fabbricare inquietanti pupazzi di stoffa… Scardinare le difese di una mente così intricata sa­rebbe impossibile senza un alleato, ma Germán può contare su María, infermiera ausiliaria già messa a dura prova dalle esperienze della vita, malgrado la giovane età. Per lei infatti Aurora ha una considerazione particolare, insieme trascorrono lunghi pomeriggi studiando le piante e consultando il mappamondo alla ricerca di posti lontani. Sfidando le convenzioni, lo psichiatra si avvicina a María, finché tra i due nasce un sentimento puro e fragile, che per sopravvivere dovrà sottrarsi alle ombre del passato di entrambi.

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DA GRANDE di Giulio Xhaet, Sonzogno, 2023 – 352 pagine

Da grande è un percorso brillante e coinvolgente: ci spinge a scoprire la nostra vocazione per capire cosa vogliamo fare, chi vogliamo essere e cosa possiamo diventare, a qualunque età

Sara lavorava come ufficio stampa, poi un giorno ha mollato tutto per fare la fioraia nel suo paese. Vito, ex tecnico informatico, oggi è un illustratore, perché «la vita è troppo breve per passare otto ore al giorno facendo qualcosa che non mi piace». Chiara ha interrotto l’università per aprire un’agenzia di comunicazione digitale all’estero. Nicolò ha abbandonato le metropoli internazionali per avviare un’attività a Bari. Come loro, moltissimi altri hanno vissuto questi anni di incertezza come un’occasione per scoprire aspirazioni sepolte e desideri nuovi. Chi l’ha detto che solo i bambini hanno il privilegio di chiedersi cosa potranno fare? Diventare grande non significa tanto entrare negli «enta» o negli «anta», quanto, come scriveva il poeta Walt Whitman, diventare le proprie moltitudini nascoste, agguantando quello scopo che ci fa alzare la mattina con il sorriso largo e l’animo leggero. Giulio Xhaët, consulente e formatore, lo ha vissuto in prima persona: ha imboccato molti sentieri sbagliati prima di trovare una strada che lo rappresentasse. Con il supporto di numerose ricerche e casi di studio, ci illustra come entrare nel flow della vita, in che modo conciliare passioni e talenti, ma anche come sfruttare al meglio i social e quali lezioni trarre dai fallimenti, al di là di facili retoriche.

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ORIGINI di Sasa Stanisic, Keller, 2021 – 384 Pagine

Origini è un libro sulla prima casualità che segna la nostra biografia: nascere da qualche parte. E su quel che accade dopo

Origini è un libro sui luoghi che sono la mia patria, quelli della mia memoria e quelli che ho inventato. È un libro sulla lingua, sul lavoro nero, sulla staffetta della gioventù e su molte estati. L’estate in cui mio nonno ha pestato il piede di mia nonna mentre ballavano, e io ho rischiato di non nascere. L’estate in cui per poco non sono annegato. L’estate in cui il governo federale ha deciso di non chiudere le frontiere, simile all’estate in cui sono fuggito, attraverso molti confini, in Germania. Origini è un addio a mia nonna affetta da demenza senile. Mentre io colleziono ricordi, lei li smarrisce. Origini è triste, perché per me le origini hanno a che fare con ciò che non possiamo più avere. In Origini ci sono morti e serpenti che parlano, e la mia prozia Zagorka che parte alla volta dell’Unione Sovietica per diventare cosmonauta. Origini è anche questo: uno zatteriere, un frenatore, una professoressa di marxismo che ha dimenticato Marx. Un poliziotto bosniaco che vuole farsi corrompere. Una scuola elementare per tre alunni. Un nazionalismo: Uno yugo. Un Tito. Un Eichendorff. Un Sasa Stanisic.

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CAPELLI, LACRIME E ZANZARE, di Namwali Serpell, Fazi, 2021 – 650 pagine

Una coloratissima saga familiare intrisa di atmosfere che ricordano Cent’anni di solitudine e I figli della mezzanotte, in cui mille piccole storie una più bella dell’altra si uniscono per dare vita alla storia della nascita di una nazione, lo Zambia

1904. Sulle rive del fiume Zambesi, a poche miglia dalle maestose Cascate Vittoria, c’è un insediamento coloniale chiamato Old Drift. In una stanza fumosa dell’hotel dall’altra parte del fiume, un esploratore di nome Percy M. Clark, annebbiato dalla febbre, commette un errore che intreccia il destino di un albergatore italiano con quello di un garzone africano. Questo innesca un ciclo di inconsapevoli conseguenze che travolgono tre famiglie dello Zambia (una nera, una bianca, una mista) i cui membri si scontrano e s’incontrano nel corso del secolo, nel presente e oltre. Con il susseguirsi delle generazioni, le storie di queste famiglie – i loro trionfi, i loro errori, le perdite e le speranze – emergono attraverso un panorama di storia, fiaba, romanticismo e fantascienza. Da una donna ricoperta di peli a un’altra afflitta da una cascata infinita di lacrime, a storie d’amore proibite e ardenti storie politiche, a meraviglie tecnologiche nostrane come afronauti, micro droni e vaccini virali, questo avvincente e indimenticabile romanzo è una testimonianza del nostro desiderio di creare e attraversare i confini e una meditazione sul lento e grandioso passare del tempo.

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A ME PUOI DIRLO di Chaterine Lacey, SUR2020 – 220 pagine

Un romanzo che ci mette di fronte a domande profonde e attuali sul nostro rapporto con il corpo, l’altro, l’identità e l’accoglienza

In un paesino di provincia arriva una persona sconosciuta. Gli abitanti la trovano addormentata sulla panca di una chiesa, dove si è fermata a cercare riparo durante la notte. Ha un’età giovane ma indefinita, la pelle di un colore diverso dalla loro, e a prima vista è impossibile stabilire di che sesso sia. Capisce la loro lingua, ma si rifiuta di parlare e raccontare la sua storia. La comunità, unita da una forte fede religiosa, si dichiara pronta ad accoglierla: ma sarà in grado di farlo davvero? Nei sei giorni successivi (quelli che precedono l’annuale «Festival del perdono», una tradizionale cerimonia di catarsi collettiva), gli abitanti del paese tenteranno in tutti i modi di fare i conti con questa figura inerme ed enigmatica che li lascia continuamente in scacco, e finiranno per essere loro a mettere a nudo i propri sentimenti più profondi, le proprie paure, le proprie ipocrisie. Sfuggendo alle ipotetiche «verità» di tanta narrativa autobiografica, uno dei migliori talenti della nuova narrativa americana scrive un romanzo breve fantasioso e provocatorio che ci mette di fronte a domande profonde: siamo capaci di accogliere l’altro senza farlo rientrare nelle nostre categorie di interpretazione del mondo? È possibile relazionarci fra esseri umani prescindendo dalle caratteristiche corporee? È più facile aprirci con chi non ci mette di fronte un’identità precostituita?

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IL VENTO DELL’ETNA, di Anna Chisari, Garzanti, 2022 – 256 pagine

Portiamo con noi tutti quelli che ci hanno preceduto. Le loro vite non finiscono, sono dentro di noi e si intrecciano tra loro, ci formano, ci nutrono e ci limitano. Abbracciati gli uni agli altri, i vecchi e i giovani, i morti e i vivi sono un tessuto di caratteri, temperamenti, baffi, nasi e unghie. Siamo quello che loro sono stati e loro sono quello che noi gli permettiamo di essere. La nostra bellezza dipende dalle loro scelte, la nostra umanità dai loro geni. Determinati e indeterminati, leggiamo il tempo con l’alfabeto codificato dai nostri antenati. E viviamo nell’illusione di essere unici. Unici nel nostro tempo. Unici nella nostra storia. Unici nell’amore. Unici nella benedizione dell’amore. Unici nella maledizione

1838. L’Etna nella sua immensità protegge e spaventa, come una madre magnifica ed esigente che forgia vite e destini. Lo sa bene chi vive a Belpasso, il piccolo paese alle sue pendici. È lì che il giovane Puddu apre la sua bottega di calzolaio. La sua firma sulle scarpe è una farfalla, perché con le sue creazioni ai piedi più che camminare si vola. Per questo Puddu non riesce a capire come mai gli affari vadano così male. Tutto cambia quando le sue calzature finiscono tra le mani della Baronessa di Bridport in visita alle sue terre a Bronte. La nobildonna non ha mai calzato nulla di tanto soffice ed elegante, perciò decide di fare un regalo a Puddu: lo nomina Baronetto. Nasce così la dinastia dei Baruneddu, come si faranno chiamare. Il negozio con gli anni diventa un grande calzaturificio che esporta in tutta Europa. Ma se i soldi non sono più un problema, il cuore comincia a diventarlo. Perché alla maledizione della vecchia Gnu Ranna nessuno può sfuggire. Sicuramente non Peppino, abbagliato dal sogno americano dopo aver conosciuto il dolore di un cuore infranto; né Ajtina, prima donna della famiglia decisa a far sentire la propria voce. Tantomeno Janu, che di scarpe non ne vuole sapere e fa carte false per sfuggire al laccio della famiglia e dei sentimenti. Tutto è cominciato con un sogno a cui i discendenti di Puddu guardano con riverenza, ma anche con sospetto. Le radici dicono da dove si viene, ma a volte vogliono decidere dove si deve andare. Sarebbe bello, forse, sentirsi leggeri come il vento che racconta del passato ma porta là dove non si sarebbe mai immaginato. Una saga familiare sullo sfondo di una Sicilia vera e autentica fatta di tradizioni e sapori. L’epopea di una dinastia che incrocia i grandi eventi della Storia. Speranze, paure, dilemmi, gioie, errori e desideri di uomini e donne che con il cuore parlano al cuore.

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I COLORATI PANNI DEGLI ALTRI, di Alexander McCall Smith, TEA, 2022 – 256 pagine

Tutto sembra andare per il meglio nella vita di Precious Ramotswe, proprietaria della Ladies’ Detective Agency N. 1. Finché un giorno il signor Polopetsi, timido collaboratore part time dell’agenzia, non presenta il caso di una donna che ha perso il lavoro, licenziata, sembrerebbe, senza giusta causa. Tuttavia, le apparenze spesso ingannano, e mentre la signora Makutsi porta avanti l’indagine con vigore, convinta dell’innocenza della lavoratrice, ex studentessa, come lei, della idolatrata Scuola per Segretarie del Botswana, la signora Ramotswe è in preda a una profonda tristezza, perché continue rivelazioni sembrano far emergere verità che lei mai avrebbe creduto possibili. Verità che potrebbero addirittura intaccare l’amore sconfinato che Precious ha sempre provato per il padre, il fu Obed Ramotswe. E poi la ricomparsa in città del suo ex marito, il complotto contro il negozio Double Comfort di Phuti Radiphuti, marito della signora Makutsi… Davvero troppi problemi perché Mma Ramotswe, per quanto solida di carattere e tradizionale di corporatura, possa risolverli da sola. Per fortuna, può contare sull’incrollabile amicizia della signora Potokwani, così che la calma e la serenità riusciranno a tornare nel placido mondo di queste donne straordinarie. Il tè è servito, la torta anche, e la vita continua.

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IL MONDO FINO A 7, di Holly Goldberg Sloan,Mondadori, 2017 – 402 pagine

A volte andare controcorrente è l’unica soluzione

Per dodici anni della sua vita, Willow ha osservato il mondo secondo i parametri delle sue due ossessioni, le malattie e patologie varie e le piante; ha vissuto in una famiglia colorata (due genitori “bianchi da sembrare quasi blu” e una bambina di colore adottata); ha creato una grande orto-giardino sul retro di casa nonostante la valle della California in cui abita abbia un clima desertico; non si è mai fatta un amico. Secondo le valutazioni fatte, è “altamente dotata” e ha un q.i. fuori dalla norma, cosa che non l’aiuta a integrarsi a scuola, nemmeno nel nuovo istituto dove ha cominciato le medie. Anzi, la mandano dal consulente pedagogico pensando che abbia barato nel compilare alla perfezione il test di inglese. Proprio lì però, nell’ufficio sgangherato dell’altrettanto sgangherato Dell Duke, incontra due ragazzi di origine vietnamita che cambieranno la sua vita. Gestire le amicizie per Willow non è sempre facile eppure Willow, senza saperlo, riesce a cambiare la vita delle persone che incontra riempiendola di meraviglia e follia. Età di lettura: da 10 anni.

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